Perché intraprendere un pellegrinaggio? C’è chi sceglie di iniziare un cammino per ritrovare sé stesso, chi invece vuole rafforzare la sua fede o chi invece spera di ritrovarla: ognuno ha la risposta dentro di sé e il cammino rappresenta il mezzo per trovarla.
Il pellegrinaggio è la tipologia di viaggio più antica della storia e nasce dal bisogno dell’uomo di avvicinarsi a Dio per trovare la propria dimensione spirituale. Questa tradizione esiste in ogni paese del mondo: ogni popolo ha sviluppato tragitti, più o meno lunghi, nei propri territori volti alla ricerca di sé stessi e di Dio.
Il nome “pellegrino” deriva dal latino “pergrinus” e significa forestiero, viandante, colui che si sposta da un luogo all’altro. Il termine pellegrino viene spesso associato a tematiche religiose perché, nel tempo, i pellegrinaggi si sono evoluti in viaggi di devozione e penitenza verso un luogo sacro, perdendo l’immagine di nomadismo a cui prima erano associati.
Il pellegrino è spesso mosso dalla ricerca spirituale, dalla penitenza o dalla devozione, per questo spesso i cammini terminano in luoghi di culto: il pellegrino arriverà al termine del suo percorso spirituale, e della ricerca di sé, in uno luogo di meditazione, preghiera e riunione con Dio. Qui potrà esprimersi nel modo a lui più consono: con il silenzio, a volte imbarazzato, con una preghiera istintiva o corale, oppure con una promessa o un voto di riconoscenza.
In origine il pellegrinaggio cristiano nasce come viaggio devozionale verso Gerusalemme, da parte di coloro che avevano il desiderio di convertirsi, di espiare i propri peccati e guadagnare il dono della vita eterna. Successivamente, nel Basso Medioevo, iniziarono a diffondersi i pellegrinaggi penitenziali: questi viaggi non erano focalizzati sulla ricerca interiore, ma erano principalmente un lungo percorso per espiare le proprie colpe e i propri peccati.
Attraversando i diversi periodi storici e i vari movimenti culturali, il pellegrino di oggi ha mantenuto come centro cardine del viaggio la spiritualità e la ricerca di sé, ma le motivazioni che lo spingono a compiere questa impresa possono essere le più disparate, non solo di tipo religioso. La società di oggi comporta stili di vita frenetici, spazi ridotti, poco tempo da dedicare a sé: da qui nasce il disagio interiore e il senso di smarrimento che spesso accomuna i pellegrini. Contatto con la natura, ricerca di una nuova armonia mentale e fisica, sentirsi parte integrante di un gruppo: questo è il nuovo pellegrinaggio.
Il Santuario delle Grazie è ormai una tappa fissa per tutti i pellegrini che passano per Mantova: un luogo ricco di storia, di cultura e arte, ma soprattutto di fede. È Maria, madre di Gesù e a cui è dedicato il Santuario, che ci attrae a Sé con quella sua incredibile dolcezza, la stessa tenerezza con cui amò il Figlio Suo Gesù e la Chiesa nascente nel Cenacolo di Gerusalemme.
Il pellegrino che entra nel Santuario delle Grazie si accorgerà che Maria continua a comportarsi con noi come si comportò con il Figlio Suo Gesù, come se tutti noi fossimo figli suoi, accogliendoci con calore e gentilezza nella sua casa.
Ci sono due momenti che segnano la confidenzialità, acquisita dal pellegrino durante la preghiera e la meditazione, di Maria all’interno del suo Santuario:
Confessione (o riconciliazione). Tutto concorre a far vivere, durante l'esperienza del pellegrinaggio, l'incontro con Gesù, che disse: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro; prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero" (Matteo 11, 28). Con la confessione personale, questa Sua parola si fa calda, forte e decisa: "Alzati - disse allora al paralitico - prendi il tuo letto e va' a casa tua. Ed egli si alzò e andò a casa sua” (Matteo 9, 5).
Celebrazione eucaristica. Questo è il cuore del pellegrinaggio, il culmine e il fulcro della vita della Chiesa e di tutta l'esperienza cristiana. Goderne distesamente in un pellegrinaggio mariano significa ritrovare il dovere, il gusto e la letizia del partecipare alla Santa Messa con attenzione, dignità e devozione, soprattutto nel giorno di Domenica: "Senza domenica, non possiamo vivere", urlò un gruppo di martiri della Chiesa primitiva processati, appunto, perché si riunivano per l'Eucaristia nelle loro case.
Il Santuario è dotato di una piccola casa adibita all'alloggio dei pellegrini, che richiedono ospitalità per una notte, mentre sono in cammino. La struttura è composta da una stanza per i pasti con angolo cottura, un bagno con doccia, due ampie stanze con 6 + 8 posti letto.
La casa è richiesta anche da gruppi scout, o parrocchiali, che vivono un'esperienza di ritiro per due o tre giorni. Per informazioni e prenotazioni mettersi in contatto con il rettore Don Giovanni Lucchi.
"Qui, esuli e pellegrini, cantiamo:
non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica.
Cantiamo da viandanti!
Canta, ma cammina per alleviare le asprezze della marcia;
ma cantando, non indulgere alla pigrizia.
Canta e cammina, canta ma cammina!"
(Sant'Agostino, Vescovo).