L’ultima cappella sul lato di sinistra del santuario è quella dedicata a San Girolamo. Appartenuta alla famiglia Corradi, appare alquanto spoglia. Alle pareti banali tocchi in verde alludono ad un tendaggio, e c’è da chiedersi se, al di sotto degli attuali intonaci, non possano esserci più antiche decorazioni. La copertura vede, all’incrocio delle nervature, la chiave di volta in terracotta dipinta.
La pala d’altare appare pregevolissima, benché in cattive condizioni di conservazione. È stata attribuita a Francesco Bonsignori, e raffigura uno splendido San Girolamo, accompagnato dal leone, mentre prega nel suo eremo di Betlemme, dove si era ritirato per realizzare la Vulgata, ovverosia la traduzione della Bibbia in latino. Dal disegno e da quanto rimane della pellicola pittorica, si evince come il dipinto fosse, in origine, un capolavoro assoluto. Alla parete di destra, invece, è il cenotafio di Bernardino Corradi, particolarmente raffinato nell’intaglio degli elementi decorativi che rivelano importanti rimandi alla classicità. L’opera è stata attribuita all’importante scultore rinascimentale Gian Cristoforo Romano.
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