Seconda tra le cappelle sul fianco destro della navata è quella intitolata a San Lorenzo, di patronato della famiglia Bertazzolo, nobile casata mantovana nota per aver dato numerose figure di spicco, in particolar modo ecclesiastici, ingegneri, e prefetti ducali alle acque. Tra questi vale la pena di rammentare l’ingegnere idraulico Gabriele Bertazzolo, attivo tra Cinque e Seicento (regolarizzò, ad esempio, lo sbocco del Mincio in Po presso Governolo), scrittore e cartografo (autore di importanti carte topografiche della città e del territorio). I Bertazzolo avevano come patrono San Lorenzo: di qui la dedicazione e i dipinti della cappella, che essi fecero erigere nella seconda metà del Cinquecento.
Lo spazio è un florilegio di affreschi (le storie del santo tra quadrature e decorazioni a finti marmi, scialbate fino agli anni Sessanta del secolo scorso), inseriti in un contesto certamente riattato all’attuale forma alla metà del Cinquecento (come testimonia l’arco d’ingresso a tutto sesto). Alle pareti laterali e sulla volta gli affreschi che raccontano le storie di San Lorenzo, a partire dalle quadrature in prossimità dell’altare, sono opera di Giulio Rubone. La pala d’altare, raffigurante il Martirio di San Lorenzo, è opera di Lorenzo Costa il Giovane e ripropone con alcune varianti lo stesso soggetto dipinto da Tiziano per la chiesa dei Gesuiti di Venezia e, replicata, per l’Escoriale di Filippo II. All’intradosso dell’arco di ingresso, uno stemma con un Puffinus anglorum, ovvero una “berta” o “bertazza”: da essa traeva nome la famiglia Bertazzolo.
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