Seconda sul lato di sinistra della navata è la cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova (già legata a San Bartolomeo, patrono della famiglia Ghivezzani e poi della famiglia Panizza). Dietro la robusta cancellata si apre lo spazio sacro, rettangolare, con copertura a crociera; alla chiave di volta dello spazio sacro è un Agnus Dei in pietra bianca. La parte absidale, ovvero la parete di fondo, appare tripartita, con la pala d’altare (un Sant’Antonio riattacca il piede al giovane che si era punito per aver offeso la madre, opera di Francesco Borgani, pittore mantovano) incorniciata da un trionfo di stucchi che si concludono nello stemma della famiglia Delfini.
L’altare, con paliotto in tarsia marmorea raffigurante Sant’Antonio di Padova con Gesù Bambino, proveniente dapprima dalla chiesa dei cappuccini di Volta Mantovana e dal 1811 divenuto di proprietà della parrocchia di Pozzolo, è stato trasportato qui nel 1964, come denuncia una piccola lapide. Gli affreschi oggi visibili sulle pareti sono emersi dalle scialbature nel corso dei restauri del 1964. Alle pareti laterali compaiono due altri dipinti di certo interesse: un Risorto con l’apostolo Tommaso e un San Francesco mentre riceve le stigmate.
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