Il vano che oggi conduce dalla navata alla Sagrestia Nuova, ridotto a mero passaggio, era un tempo una delle cappelle del Santuario. Intitolata a San Francesco, patrono dell’ordine che per secoli resse il tempio, doveva essere tra le più importanti. Ora le pareti paiono completamente bianche ma erano senz’altro affrescate con le storie del Serafico. Solo nella parte superiore le nervature della volta e il cornicione sono resi pittoricamente. Di straordinaria qualità è il monumento sepolcrale di Girolamo Stanga (1498) caratteristico per l’uso dei marmi e per la raffinatezza dei dettagli, tanto da essere attribuito a Gian Cristoforo Romano.
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